PONTIFICIA ACCADEMIA SCIENZE SOCIALI
“Il diffondersi della frammentazione sociale” e l’”incapacità dei sistemi politici di governare la società”: sono “due fenomeni” che “si vanno diffondendo in tanti Paesi e creano situazioni di forte disintegrazione sociale, in cui diventa sempre più difficile realizzare forme di partecipazione sociale ispirate a principi di giustizia, solidarietà e fraternità”. È una delle conclusioni della plenaria della Pontificia Accademia delle scienze sociali (Pass) che ha diffuso un comunicato oggi. Le cause delle tendenze disgregative che operano contro una società più partecipativa – si legge nel comunicato – sono state individuate nella crisi della rappresentanza politica, nelle crescenti disuguaglianze sociali, negli squilibri demografici a livello planetario, le crescenti migrazioni e il numero elevato di rifugiati, il ruolo ambivalente delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, nei conflitti religiosi e culturali”.
“Il fattore più significativo che opera contro la partecipazione sociale è la crescente disuguaglianza sociale fra ristrette élites e la massa della popolazione”. Nel documento si legge anche che “Le statistiche sulla distribuzione della ricchezza e delle opportunità di vita indicano degli enormi divari fra Paesi e Paesi e interni ai vari Paesi”. Viene inoltre espressa preoccupazione, in particolare, su lfatto che “in Europa e America la classe media si sia notevolmente indebolita, diversamente da altri paesi come l’India e la Cina dove la classe media si è rafforzata” e “Laddove la classe media subisce dei tracolli, la democrazia partecipativa è messa in pericolo”. La PASS esprime anche un auspicio secondo il quale, nonostante la situazione descritta, sia possiile operare per una migliore ‘società partecipativa’ nel momento in cui si riesca a instaurare una vera cooperazione sussidiaria fra un sistema politico che si renda sensibile alla voce di chi non è rappresentato, una economia civilizzata e forme associative di società civile basate su reti di reciprocità”. Per questo occorre “rendere circolari le forme di partecipazione da top-down a bottom-up valorizzando le realtà intermedie basate sul principio di collegialità”.